mercoledì, maggio 26, 2004

Riuscì a sognare quella notte.
Non capitava da tempo.
Sogni potenti, un accavallarsi vorticoso di immagini per le quali non sapeva trovare un senso.
Non ricordava tutto perfettamente: i dettagli non erano a fuoco, la trama inconcludente.
Ma aveva sognato con lo sfondo.
Si chiese come fosse possibile sognare con uno sfondo.
Per quella strana commedia non c’era trama, solo scenografie.
Era un sogno a termine, pensato con il contascatti.
Un sogno teatrale, come la sua vita, legata ad un contratto che il suo impresario, al momento buono, non avrebbe rinnovato.
La cosa non sembrò preoccuparlo perché lì, per sempre, sullo sfondo, l’ultima immagine avrebbe sfidato il tempo: come quello sguardo di cui lei, quella volta, gli fece dono…