venerdì, aprile 30, 2004
Il cane Arno: l’anticonformista.
Non so se esiste un imprinting nei cani che non si limiti al riconoscimento dei genitori.
Ignoro quanto tempo possa durare questa fase in cui un animale costruisce il suo universo di certezze incontrovertibili.
Quando il cane Arno mi venne recapitato avevo poco meno di dieci anni.
Mio fratello, “lo Smargiasso”, ne aveva quasi otto.
Aspettavamo un Setter, un retriever Inglese.
I bambini hanno una fantasia piuttosto fervida, ma sul Setter Inglese non si discute.
Il setter Inglese è bianco con le chiazze. Il colore delle chiazze, quello, sceglietevelo voi.
Il padre di Arno, Set, era bianco a chiazze marroni, bianca a chiazze marroni sua madre, bianco a chiazze marroni suo nonno e così noi immaginammo il cucciolo, discendente diretto di cotanta chiazzata genealogia.
Il batuffolo che rotolò fuori dalla gabbietta era, invece, di un marrone dorato con qualche chiazza bianca qua e là.
Al momento non ci si fece troppo caso, intenti com’eravamo ad osservarlo in ogni sua mossa e smaniosi di dargli la migliore educazione possibile.
Il cane Arno invece, in barba a tutte le nostre premure, ebbe un’adolescenza anarchica e sregolata, fatta di giochi pericolosi come “agguantailpollo”e “rotoladallescale”.
Fu in quel periodo che “lo Smargiasso” cominciò a intuire che nel colore di quell’animale c’era qualcosa di strano.
Il Pedigree dei genitori non si prestava a dubbi o incertezze.
Il cane Arno era un setter.
Ma lo Smargiasso, un giorno in cui si era soffermato ad analizzare ogni possibilità, contravvenendo alla sua banditesca predisposizione alla noncuranza, mi prese in disparte e mi espose le sue preoccupazioni:
- quello lì, non è mica normale – mi disse preoccupato – non mi convince.
- Parli di Arno, il nostro Arno? Perché mai non sarebbe normale?
- Io non so se te ne sei accorto, ma…
- Cosa?
- Lui crede di essere un bambino.
- Un bambino? Ti è caduta una pigna in testa?
- Scemo. Non scherzo. E non farti sentire. Lui se ne accorge se ci preoccupiamo.
- Ti è caduta una pigna in testa.
- Finiscila. Possibile che tu non ti sia accorto di nulla? Non lo vedi che è diverso dagli altri cani? Il nostro è tutto marrone.
I setter non sono così. Lui è diverso.
- Ma è solo il colore! Non significa che sia diverso. Non lo vedi? E’ un cane. E poi..
E poi non è tutto marrone. Qualche chiazza bianca ce l’ha…
- Certo che ha delle chiazze bianche. Ma tu non capisci! E’ un anticonformista.
- Un anticonfor…che?
- Un anticonformista, me lo hanno detto a scuola.
Mi hanno detto che lo sono anch’io.
E’ uno che non rispetta le regole, che non si adegua ai valori della comunità nella quale vive.
La maestra ha detto così, credo..
- E’ un difetto..
- E’ quello che mi hanno detto. Ma io credo di no. Non sempre. Se le si rispetta sempre le regole, come possiamo pensare di cambiarle?
Seguirono almeno un paio di minuti di silenzio. Lo Smargiasso, certe verità, le snocciolava così, con naturalezza, senza pensare; io però mi ci soffermavo a lungo su quelle esternazioni. Mi arrivavano improvvise, come stilettate, tanto che non potevo evitarle, dovevo rifletterci.
Pensai per giorni al nostro discorso e al fatto che le maestre dello Smargiasso non fossero in grado di comprendere appieno quale fonte inesauribile di energie mentali fosse mio fratello.
A volte, conclusi, la creatività è una forma di intelligenza decisamente incompresa.
E lo Smargiasso era un creativo, almeno fino a prova contraria…
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Non so se esiste un imprinting nei cani che non si limiti al riconoscimento dei genitori.
Ignoro quanto tempo possa durare questa fase in cui un animale costruisce il suo universo di certezze incontrovertibili.
Quando il cane Arno mi venne recapitato avevo poco meno di dieci anni.
Mio fratello, “lo Smargiasso”, ne aveva quasi otto.
Aspettavamo un Setter, un retriever Inglese.
I bambini hanno una fantasia piuttosto fervida, ma sul Setter Inglese non si discute.
Il setter Inglese è bianco con le chiazze. Il colore delle chiazze, quello, sceglietevelo voi.
Il padre di Arno, Set, era bianco a chiazze marroni, bianca a chiazze marroni sua madre, bianco a chiazze marroni suo nonno e così noi immaginammo il cucciolo, discendente diretto di cotanta chiazzata genealogia.
Il batuffolo che rotolò fuori dalla gabbietta era, invece, di un marrone dorato con qualche chiazza bianca qua e là.
Al momento non ci si fece troppo caso, intenti com’eravamo ad osservarlo in ogni sua mossa e smaniosi di dargli la migliore educazione possibile.
Il cane Arno invece, in barba a tutte le nostre premure, ebbe un’adolescenza anarchica e sregolata, fatta di giochi pericolosi come “agguantailpollo”e “rotoladallescale”.
Fu in quel periodo che “lo Smargiasso” cominciò a intuire che nel colore di quell’animale c’era qualcosa di strano.
Il Pedigree dei genitori non si prestava a dubbi o incertezze.
Il cane Arno era un setter.
Ma lo Smargiasso, un giorno in cui si era soffermato ad analizzare ogni possibilità, contravvenendo alla sua banditesca predisposizione alla noncuranza, mi prese in disparte e mi espose le sue preoccupazioni:
- quello lì, non è mica normale – mi disse preoccupato – non mi convince.
- Parli di Arno, il nostro Arno? Perché mai non sarebbe normale?
- Io non so se te ne sei accorto, ma…
- Cosa?
- Lui crede di essere un bambino.
- Un bambino? Ti è caduta una pigna in testa?
- Scemo. Non scherzo. E non farti sentire. Lui se ne accorge se ci preoccupiamo.
- Ti è caduta una pigna in testa.
- Finiscila. Possibile che tu non ti sia accorto di nulla? Non lo vedi che è diverso dagli altri cani? Il nostro è tutto marrone.
I setter non sono così. Lui è diverso.
- Ma è solo il colore! Non significa che sia diverso. Non lo vedi? E’ un cane. E poi..
E poi non è tutto marrone. Qualche chiazza bianca ce l’ha…
- Certo che ha delle chiazze bianche. Ma tu non capisci! E’ un anticonformista.
- Un anticonfor…che?
- Un anticonformista, me lo hanno detto a scuola.
Mi hanno detto che lo sono anch’io.
E’ uno che non rispetta le regole, che non si adegua ai valori della comunità nella quale vive.
La maestra ha detto così, credo..
- E’ un difetto..
- E’ quello che mi hanno detto. Ma io credo di no. Non sempre. Se le si rispetta sempre le regole, come possiamo pensare di cambiarle?
Seguirono almeno un paio di minuti di silenzio. Lo Smargiasso, certe verità, le snocciolava così, con naturalezza, senza pensare; io però mi ci soffermavo a lungo su quelle esternazioni. Mi arrivavano improvvise, come stilettate, tanto che non potevo evitarle, dovevo rifletterci.
Pensai per giorni al nostro discorso e al fatto che le maestre dello Smargiasso non fossero in grado di comprendere appieno quale fonte inesauribile di energie mentali fosse mio fratello.
A volte, conclusi, la creatività è una forma di intelligenza decisamente incompresa.
E lo Smargiasso era un creativo, almeno fino a prova contraria…
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