martedì, febbraio 10, 2004

Sono stanco di vivere attorniato da parassiti di affetto.
Stanco di avere a che fare continuamente con gente che scambia la mia capacità di perdonare per stupidità.
Sono stanco di dare fiducia ai soliti familiari per scoprire, puntualmente, che il loro legame con te non va al di là del rapporto sanguisuga-mucca carolina.
Sono stanco di scontrarmi con i miei stupidi limiti. Di non essere in grado di gridare:
- Cavatevela da soli, cazzo! Trovatevi qualche altro masochista di affetto da sodomizzare con scaltra lucidità.
Sono stanco di non avere la forza di non ascoltare il loro disagio.
Sono stanco di essere sempre presente, nonostante tutto.
Sono stanco di lasciare che mi feriscano, come se per qualche strano caso dovessi sempre essere io il martire.
E questa volta, strano a dirsi, mio fratello non c’entra.
Almeno lui non si nasconde: mi palesa le sue debolezze in uno sguardo.
Almeno lui non si fa scudo di stupidi sorrisi di circostanza.
Almeno lui non cerca il compatimento, sempre e comunque.
Almeno lui non si arma di falsa condiscendenza per sverginarti il “di dietro” con astute mosse a sorpresa.
Perché lui è un poeta dell’armageddon , il più grande creatore di catastrofi che madre natura abbia mai partorito. E da lui puoi aspettarti di tutto, ma non l’ipocrisia.