lunedì, febbraio 23, 2004

Mi affaccio alla finestra e mi ritraggo subito, deluso.
Come sempre.
Me ne rendo conto solo ora.
Cammino spesso per casa come un leone in gabbia e, puntualmente, mi ritrovo alla finestra, salvo poi voltarmi dopo pochi istanti: a testa bassa.
La verità è che non sono io dietro a quel maledetto vetro.
Non io, non adesso. Non a Milano.
Ogni volta che cerco qualcosa là fuori ho dieci anni.
Ho ancora il testone e le spalle strette, ho ancora i capelli lisci e la pettinatura da Nerd.
E ho ancora tanta voglia di vedere il lago. Di immaginare che domani correrò nei boschi, raccogliendo castagne (magari meglio in ottobre) e masticando quello strano arbusto che chiamavamo “panevino”.
Mentre mi avvicino spero ancora di guardare in alto e di intessere uno sconclusionato discorso (forse un effetto collaterale dell'arbusto) con la solita poiana svizzera (non si spiega, altrimenti, l’assoluta puntualità).
Mi rendo conto che in queste circostanze neanche il teletrasporto potrebbe essere utile.
Ma guardare Star Trek si. Almeno mi salvo da Elisa di Cozzapelosa.