mercoledì, febbraio 18, 2004

Ho paura dei tuoi “passo e chiudo”.
Non sopporto l’idea di interrompere le comunicazioni.
Vivo nella continua e infantile speranza che, comunque sia, prima o poi avremo la possibilità di ritagliarci un piccolo spazio per dirci ciò che pensiamo, sentiamo, sogniamo.
Io vivo solo per questi attimi.
Io vivo solo in questi brevi, totalizzanti attimi.
E allora riempio infiniti spazi di non-vita.
Banali intervalli nemmeno troppo pubblicitari che assolvono ad un solo insignificante scopo comunicativo: chiederti di attendere.
Di attendere l’attimo in cui la nostre anime si scambieranno abbracci e sorrisi, brividi e carezze. Come un tempo.
Siamo anche i nostri ricordi.